Il rugby da piccoli? Soprattutto da piccoli!

13 Aprile 2016

16 motivi per cui il rugby è adatto ai bambini.

1- Il rugby implica il contatto con l’altro; con i compagni, con gli avversari. Un contatto che prevede il sostegno dei compagni o il tentativo di contrastare l’avversario, mediato da regole comportamentali finalizzate alla propria sicurezza e quella degli altri. In una società sempre più asettica e virtuale, poter sperimentare fin da piccoli il contatto con i coetanei contribuisce ad un sano sviluppo affettivo.

2- L’abitudine al contatto, nonché l’accento posto sulla sicurezza di quanto eseguito in campo, contribuiscono a sviluppare l’autocontrollo del bambino. Il contatto non diventa quindi motivo di lite, non scatena la rabbia, ma è parte del gioco.

3- Non è solo terzo tempo e socialità. Il rugby è uno sport che comprende componenti tecniche e tattiche di notevole rilievo, le quali richiedono un apprendimento continuo.

4- Il rugby insegna che collaborare, realmente, significa darsi da fare anche quando non si è protagonisti assoluti. Si deve e si può dare il proprio contributo anche quando la palla è lontana. Questa peculiarità contribuisce a rafforzare la tolleranza alla frustrazione, che in psicologia viene considerata fondamentale nello sviluppo del bambino poiché molto utile nella vita adulta.

5- L’area di meta, ovvero il focus attentivo della squadra, è larga quanto il campo. Ai giocatori viene richiesto lo sviluppo di una notevole visione d’insieme, che implica un continuo allenamento delle abilità visuo-spaziali. In campo, è necessario essere consapevoli di quanto accade di fronte, di fianco, ma anche alle spalle.

6- Il terzo tempo, metafora che incarna la filosofia del rugby.

7- Il rugby è un ottimo sport per coltivare l’autostima, poiché adatto alle più varie conformazioni fisiche; non soltanto perché promuove una filosofia inclusiva, ma anche perché è davvero necessaria la presenza di fisici diversi per i diversi ruoli in campo. Possiede dunque una componente di accettazione potentissima, poiché è pressoché impossibile sentirsi “sbagliati”, “fuori luogo”, “inadatti”.

8- Il rugby esprime un insegnamento fondamentale: per quanto abili, da soli non si va da nessuna parte.

9- I giocatori di una squadra di rugby sono numerosi ed estremamente diversi per corporatura, personalità e ruoli in campo. All’interno di un contesto simile, si impara a tollerare e valorizzare la diversità.

10- Viene costantemente favorito e richiesto un atteggiamento di rispetto nei confronti di tutto ciò che gravita attorno a questo sport. Società, compagni, allenatore, avversari, arbitro.

11- Si apprende ad avere confidenza con il proprio corpo. Si insegna a correre e cadere nel modo più corretto e sicuro. E poi si salta, ci si rotola… Si allena tutto il corpo e si sperimenta una grande varietà di schemi motori, aspetto che definisce il rugby come propedeutico ad altri sport.

12- In giovane età il rugby non è più pericoloso di altri sport, un dato che viene confermato dalle statistiche sugli infortuni.

13- E’ uno sport che prevede un certo grado di libertà, ma nel quale vengono progressivamente inserite regole e disciplina. La creatività individuale viene favorita, ma al servizio della squadra e inserita in un contesto regolato.

14- Nonostante sia uno sport che prevede impegno, disciplina e contatto fisico…. Il vero obiettivo è pur sempre il divertimento, fattore imprescindibile in qualsiasi sport.

15- E’ uno di quegli sport definiti “open skill”, in cui tutti devono apprendere delle abilità da utilizzare a seconda di quanto succede in campo. Non è sufficiente che il giocatore impari delle tecniche o dei movimenti, li deve anche saper utilizzare funzionalmente alla situazione. La capacità di scelta fa dunque la differenza.

16- Il rugby trasmette numerosi insegnamenti utili nella vita di tutti i giorni: il sostegno, saper rialzarsi nelle difficoltà, collaborare, condividere, avanzare… E’ uno sport che favorisce lo sviluppo di quello che gli psicologi definiscono “resilienza”, ovvero la capacità psicologica di far fronte alla difficoltà, reagire in maniera costruttiva e andare avanti.

 

Dott. Alberto Fistarollo

 

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