Agli Antachbols

28 Marzo 2020

Cari Amici Antachbols, cari Amici Rugbysti,

nel tempo dilatato di questi giorni di blocco totale, molte volte mi è capitato di pensare a noi. Ho letto, come tutti voi, lo ‘sfogo’ di Toni, qualche giorno fa, e credo che tutti lo abbiamo condiviso, perché la sensazione di annientamento che stiamo subendo è pesante, mi vien da dire angosciante. Nei pensieri che mi stanno attraversando in questo periodo due cose mi sono rimaste impresse.

La prima è un pensiero per chi di noi ha giocato a rugby, magari tra gli otto di mischia, e a come si sia trasformata la nostra idea di competizione. 

Dapprima il contatto era tutto. Con i compagni di squadra e contro gli avversari, il contatto era fondamentale. Erano mischie, rack, maul…più forte si batteva, più si annientava chi ti stava di fronte. 

Poi è venuto il tempo del rugby touch. Il contatto pesante ha lasciato il posto ad un buffetto elegante e, a volte, impercettibile. La forza sta nella velocità , nella scaltrezza, nella visione di gioco. Ma c’è sempre un avversario dall’altra parte del campo che ti aspetta, o che ti anticipa nelle mosse. 

Ora la partita è diversa, l’avversario c’è ma non si vede. Anche questo è un avversario, merita la nostra attenzione e non va sottovalutato, ma è un vigliacco che si nasconde. Non lo si può affrontare a viso aperto come era nelle nostre abitudini di rugbysti, bisogna stargli distante, quasi nascondersi. Non è da noi.

Il secondo pensiero va al desiderio di tutta la gente di ritornare alla normalità e al nostro desiderio, in particolare, di tornare ad allenarci e competere. Penso a quanto abbiamo fatto e a quanto non abbiamo fatto quest’anno. La nostra stagione sportiva è stata particolarmente travagliata sin dall’inizio, ma tenacemente un piccolo gruppo ha sempre tenuto botta, pazientando, imprecando, fermandosi, se necessario. L’idea di trovarsi in campo il lunedì e il giovedì non ci ha mai abbandonato. 

Io non credo che sarà tutto, tutto come prima, ma ci riprenderemo, eventualmente adattandoci. 

Ma quando ricominceremo, pensiamo a quanto male siamo stati in questo periodo, pensiamo a quanto ci è mancato il campo, la squadra, lo spogliatoio, la birra in clubhouse, il terzo tempo, e godremo nel ritrovarci e nel condividere un intento comune.

Mettiamo da parte la pigrizia, la svogliatezza, la giornata storta, la pioggerellina, il freddo. Ci sarà, in campo, qualcosa che ci conforta e ci ristora l’animo. 

Facciamo in modo di esserci, questa è e sarà la nostra forza!

Come sempre, Viva gli Antachbols e Buon Rugby a Tutti!

Un Saluto, Testa