21 Novembre 2017
Ieri sera si è svolto l’incontro “Educare alle emozioni” con il nostro psicologo dello sport, dott. Alberto Fistarollo, e i genitori dei nostri giovani atleti. Ringraziamo tutti i presenti per la partecipazione!
Le emozioni sono una parte imprescindibile dell’essere umano; durante la nostra evoluzione, sono state fondamentali per permetterci di reagire al mondo circostante, per mettere in atto comportamenti di conservazione della specie e metterci in relazione con i nostri simili. Questa è la ragione per cui nessuna emozione può veramente considerarsi giusta o sbagliata, ma ciascuna è invece utile, seppur talvolta spiacevole da provare.
Ognuno di noi cerca per se stesso, e per i propri cari, di perseguire la felicità; ma la felicità è soltanto una delle emozioni a nostra disposizione.
E’ riduttivo, frustrante, e purtroppo irrealistico, pensare di poter essere sempre felici. Nella ricerca di questa felicità, a volte i genitori cercano di agire da “paracadute emotivo”, cercando di salvaguardare i figli da qualunque situazione di potenziale sofferenza; è normale, lo si fa in buona fede, con amore. Il rischio, però, è quello di non lasciare che i figli imparino a sperimentare una vasta gamma di emozioni, di conseguenza ad autoregolarsi, e comprendere che nel nostro repertorio emotivo ci sono anche emozioni negative, ed è normale provarle! E’ sempre importante cercare di non giudicare le emozioni, di non temerle, ma imparare ad accettarle come parte della vita.
Quando ci relazioniamo a qualcuno coinvolto in un forte stato emotivo, ci viene istintivamente da intervenire per modificare la situazione, con il rischio di minimizzare (“ma dai, non è niente”), giudicare (“non dovresti sentirti così”), spostare l’attenzione su di sé (“cosa dovrei dire io, che sono messo peggio di te?”) o contrastare l’emozione (“calmati! Basta!”). In realtà, non è necessario sempre intervenire, agire, fornire delle soluzioni. Una risposta empatica prevede invece di saper essere presenti, saper reggere l’emozione altrui, condividerla, ascoltare.
Lo sport in questo senso è una vera palestra per le emozioni. Osservando lo svolgersi di una partita è possibile osservare l’intero repertorio emotivo messo in scena: rabbia, felicità, tristezza, paura… sono tutte presenti, in campo e fuori! Inoltre, chiunque faccia sport sa benissimo che prima o poi proverà delle emozioni, seppur negative, e lo accetta come parte del gioco… e quindi come parte della vita.
Infine, lo sport insegna a condividere le emozioni, nello spogliatoio, in campo e fuori, e questo è probabilmente il bagaglio di esperienza più prezioso.
RUGBY RIVIERA 1975 ASD
Via Oberdan – 30034 – Mira(VE)
C.F. 90146080271
P.IVA 04005100278
Legge n.124 del 4 agosto 2017
Si dichiara di aver ricevuto nel 2022, contributi comunali per euro 15.897,08.