Intervista a Dimitri Zara

9 Novembre 2017

LE INTERVISTE DI RUGBISTICA-MENTE: Dimitri Zara, allenatore della Under16 e Senior Femminile

 

Qual è il peggiore difetto per un giocatore di rugby?

Sicuramente l’arroganza.

 

Osservando i ragazzi della tua under16, rivedi mai dei comportamenti che avevi alla loro età?

Direi di no, stiamo parlando di due epoche rugbistiche, ma anche di vite, molto diverse.
Quando avevo la loro età c’erano meno distrazioni, meno cose da fare… Ai miei tempi si cercava di passare più tempo possibile in campo, era il massimo divertimento possibile.
Oggi nei ragazzi vedo meno voglia, meno motivazione; a volte si viene al campo più per passare il tempo che per un vero coinvolgimento. Ma questo sta accadendo in molti ambiti della vita.

 

Qual è il tuo miglior pregio?

La passione che provo per questo sport.

 

Perché consiglieresti il rugby come sport?

Perché non è solo uno sport, ma è anche un fattore che incide positivamente nella vita di chi lo pratica. Il rugby stesso si può paragonare alla vita, e questo sport rappresenta una base di preparazione che aiuta nell’affrontare molte situazioni.

 

Com’è cambiato il rugby rispetto a quando eri un ragazzino?

Probabilmente a livello di coinvolgimento affettivo ed emotivo si è un po’ “raffreddato”, mentre a livello tecnico è cambiato e si è evoluto molto.

 

Qual è l’aspetto del rugby impossibile da comprendere per chi non ha mai giocato?

Il sacrificarsi realmente per un altro compagno, essere di sostegno per gli altri.

 

Da allenatore, hai un rituale scaramantico pre-partita?

Non proprio, ma ho una routine. Cerco sempre di essere in anticipo su tutto, prima degli altri al campo, in maniera da avere qualche minuto di tranquillità per preparare la partita.

 

Da quest’anno sei anche l’allenatore della femminile, com’è la prima impressione?

Molto positiva. E’ un lavoro completamente diverso rispetto alla under 16; permette di rapportarsi in maniera più matura, con personalità più mature. Le ragazze sono molto motivate ed è possibile fare un maggior lavoro mentale. E’ un modo di allenare diverso, fisicamente, tecnicamente e mentalmente, da affrontare diversamente rispetto ad altre esperienze.

 

Dott. Alberto Fistarollo, psicologo
Rugby Riviera 1975