La componente mentale nel rugby

19 Giugno 2015

Il rugby viene considerato uno sport duro prevalentemente per la sua innegabile componente di lotta, ma questa concezione porta a mettere in secondo piano gli aspetti tecnici e mentali. Il rugby in realtà è un gioco estremamente interessante anche dal punto di vista psicologico.
Innanzitutto, è uno di quegli sport definiti “open skill”, ovvero che richiedono da parte dell’atleta un continuo adattamento allo sviluppo del gioco, presuppongono la conoscenza e l’apprendimento di abilità diverse e portano ciascun giocatore ad essere sempre coinvolto nell’azione.  La componente cognitiva (funzioni come l’attenzione, la programmazione, l’autocontrollo, la concentrazione, l’abilità nel problem solving…) è davvero notevole e viene, anche inconsapevolmente, costantemente allenata.
Durante il gioco è indispensabile una corretta visione d’insieme di quanto accade in diretta, presupponendo velocità di elaborazione e di lettura del contesto notevoli. Il giocatore deve infatti mantenere costantemente la concentrazione poiché la situazione di gioco è mutevole, come nella natura degli sport open skill, e deve saper leggere ciò che sta accadendo in campo agendo di conseguenza. La componente mentale è onnipresente, proprio per la necessaria capacità di fare la cosa giusta al momento giusto, sia anche “semplicemente” scegliere la corretta posizione in campo.
Una squadra è infatti come un unico corpo mutante, che si modifica e si adatta anche in base alla risposta avversaria; questa coesione dei giocatori ricorda il concetto psicologico di gestalt, in cui “il tutto è più della somma delle singole parti”. In sostanza, l’unione fa la forza.
Un’ unione però non sempre così semplice da raggiungere: richiede sacrifico, ascolto e condivisione; è necessario mettere un po’ in disparte il proprio ego per poter davvero creare un gruppo unito. Nel rugby, infatti, non si possono risolvere le partite da soli, ogni membro della squadra ha un peso decisivo nell’economia della partita e dell’allenamento; è uno sport che lascia dunque poco spazio al narcisismo, poiché la coesione di squadra e la consapevolezza dell’importanza dei compagni è fondamentale.
Pur essendoci ruoli e specialità differenti, tutti devono sapere fare tutto. Tutti partecipano all’azione, tutti attaccano, tutti difendono; ma soprattutto, tutti danno il proprio contributo anche quando non hanno la palla.
Inoltre, è uno sport che richiede una notevole forza motivazionale. Nel rugby si impara a cadere, concretamente ma anche metaforicamente, perché riprendersi dopo una meta subita, magari pure trasformata, non è un’impresa da poco. E’ necessario trovare la forza fisica e mentale per “rimettersi in piedi” immediatamente, e questa motivazione non è semplicemente voglia di rivalsa, ma è qualcosa di più complesso: si costruisce con la programmazione degli obiettivi, con la condivisione di scopi comuni, con la verifica costante dei propri miglioramenti. Inoltre, la motivazione si alimenta quotidianamente con la voglia di migliorare se stessi, la passione per il gioco, il divertimento, la percezione di potercela fare, il sentire la fiducia altrui.
Le abilità mentali, come del resto la motivazione, sono aspetti allenabili e che con il tempo possono incrementare la loro efficacia; è ormai risaputo di quanto la componente psicologica influenzi la prestazione ed il benessere degli atleti, in qualsiasi attività sportiva. In fondo, è proprio per questo che negli sport di squadra si considerano i “veterani” come componenti fondamentali di una squadra: la loro esperienza si compone proprio di una maggior forza mentale, che si riflette in abilità affinate nel tempo, come la presa di decisione in campo e l’abilità di leggere il gioco, oltre che nella capacità di trascinare il gruppo nei momenti di difficoltà.
Assistere ad una partita considerando anche l’aspetto psicologico del gioco, oltre a favorire un’altra chiave di lettura (basti pensare alla finale del campionato di Eccellenza), rende ancora più interessante questo sport, fatto sì di fisicità e tecnica, ma che necessita anche di una considerevole forza mentale.

Alberto Fistarollo
Psicologo dello Sport
Riviera Rugby MMX