Rugby, prima che sia troppo tardi!

31 Agosto 2019

5 motivi per cui il rugby è un ottimo sport per gli adolescenti

  • Rafforza il fisico
    Quando si parla di rugby viene automatico associare il concetto di forza, fisica ma anche mentale; è un’associazione assolutamente appropriata.
    Si continua ad affermare che i ragazzi d’oggi siano più fragili di quelli di un tempo, in un certo senso è vero: psicologicamente, ma anche fisicamente. Ci dobbiamo seriamente preoccupare, ad esempio, della loro sedentarietà: secondo studi in materia (Filippone et al.,2009), dagli anni ’90 ad oggi si denota una netta involuzione delle capacità motorie dei bambini in età scolare. I risultati non lasciano spazio a interpretazioni: i dati raccolti indicano un peggioramento della resistenza aerobica, delle prestazioni coordinative e delle capacità di resistenza alla forza. In un altro studio, pubblicato nel 2010 (Koth et. al,) si sono evidenziati dei progressivi peggioramenti negli ultimi quarant’anni per quanto riguarda le abilità di equilibrio e capacità di centrare un bersaglio.
    Il rugby può essere una risposta costruttiva alla dilagante sedentarietà degli adolescenti di oggi, nonché un allenamento completo delle loro capacità motorie.
  • Promuove la salute
    Stiamo diventando maniacali nella gestione dell’alimentazione, dell’igiene e dell’estetica; ci affanniamo su internet alla ricerca dell’ultimo integratore, della dieta più in voga o del nuovo farmaco miracoloso. Forse, però, stiamo perdendo di vista l’importanza fondamentale per la salute dei ragazzi degli sport all’aperto, come il rugby. Quest’ultimo consente ai ragazzi di rimanere in salute, favorisce l’efficacia del sistema immunitario e allena le capacità motorie in maniera divertente e spontanea; permette loro di essere più forti, resistenti e, infine, più attivi ed efficienti mentalmente. Infine, in quest’epoca in cui gli adolescenti passano ore chiusi in casa di fronte allo smartphone o ai videogiochi, il rugby può rappresentare una salutare pausa dall’uso sfrenato della tecnologia.
  • Fa bene alla mente
    Il rugby è uno di quegli sport definiti “open skill”, ovvero che richiedono da parte dell’atleta un continuo adattamento allo sviluppo del gioco, presuppongono la conoscenza e l’apprendimento di abilità diverse e portano ciascun giocatore ad essere sempre coinvolto nell’azione. La componente mentale(funzioni come l’attenzione, la programmazione, l’autocontrollo, la concentrazione, l’abilità nel problem solving…) è davvero notevole e viene, anche inconsapevolmente, costantemente allenata.
    Il giocatore deve mantenere costantemente la concentrazione, poiché la situazione di gioco è mutevole, come nella natura degli sport open skill, e deve saper leggere ciò che sta accadendo in campo agendo di conseguenza.
    Ma c’è di più: secondo un importante studio del 2008, pubblicato su “Nature Reviews Neuroscience” (Be Smart, exercise your heart; exercise effects on brain and cognition, Hillman, C.H., Erikson, K.I. e Kramer, A.F.) incrementando la capacità aerobica e l’attività motoria si migliorano anche le abilità cognitive logico-matematiche e di lettura.
    Un altro studio (Pesce et. al, 2009) ha studiato le correlazioni positive tra attività fisica e memoria: i processi mnemonici sono infatti facilitati dall’incremento dell’attivazione fisiologica indotta da attività fisica intensa. Inoltre, altre ricerche in passato hanno studiato il circolo virtuoso che da un’attività motoria regolare porta un incremento dell’attività cerebrale (in termini di aumento del flusso sanguigno, cambiamenti dei livelli ormonali e maggiore livello di attivazione), che a sua volta porta ad un innalzamento dei livelli di attenzione (Cocke, 2002; Tremblay et al., 2000; Shepard, 1997).
    Il rugby è indubbiamente uno sport che risponde a tali requisiti, inducendo un impegno fisico intenso e proponendo allenamenti che comportano un’attività motoria regolare.
  • Sviluppa le abilità sociali e l’autostima
    Il rugby richiede sacrificio, ascolto e condivisione; è necessario mettere un po’ in disparte il proprio ego per poter far parte di un gruppo davvero unito. Non si possono infatti risolvere le partite da soli, ogni membro della squadra ha un peso decisivo nell’economia della partita e dell’allenamento. Pur essendoci ruoli e specialità differenti, tutti devono sapere fare tutto: tutti partecipano all’azione, tutti attaccano, tutti difendono; ma soprattutto, tutti danno il proprio contributo anche quando non hanno la palla.
    Viene costantemente favorito e richiesto un atteggiamento di rispetto nei confronti di tutto ciò che gravita attorno a questo sport. Società, compagni, allenatore, avversari, arbitro.
    Il rugby implica inoltre il contatto con l’altro; con i compagni, con gli avversari. Un contatto che prevede il sostegno dei compagni o il tentativo di contrastare l’avversario, mediato da regole comportamentali finalizzate alla propria sicurezza e quella altrui. In una società sempre più asettica e virtuale, poter sperimentare un reale contatto con i coetanei contribuisce ad un sano sviluppo affettivo.
    Infine, il rugby è un ottimo sport per coltivare l’autostima, poiché adatto alle più varie conformazioni fisiche; non soltanto perché promuove una filosofia inclusiva, ma anche perché è davvero necessaria la presenza di corporature diverse per i diversi ruoli in campo. E’ presente dunque una componente psicologica di accettazione evidente, poiché è pressoché impossibile sentirsi “sbagliati”, “fuori luogo”, “inadatti”. All’interno di un contesto simile, si impara a tollerare e valorizzare la diversità.

 

  • Promuove la resilienza
    Nel rugby si impara a cadere, concretamente ma anche metaforicamente, perché riprendersi dopo una meta subita, magari pure trasformata, è un’impresa di spirito non da poco. E’ necessario trovare la forza fisica e mentale per “rimettersi in piedi” immediatamente e questa forza non è semplicemente voglia di rivalsa, ma è qualcosa di più complesso: si costruisce tramite gli allenamenti, la condivisione con i compagni, con la verifica costante dei propri miglioramenti. Inoltre, la componente motivazionale viene alimentata quotidianamente con la voglia di migliorare se stessi, la passione per il gioco, il divertimento, la percezione di potercela fare, il sentire la fiducia altrui.
    Il rugby trasmette numerosi valori utili nella vita di tutti i giorni: il sostegno, saper rialzarsi nelle difficoltà, collaborare, condividere, avanzare… E’ uno sport che favorisce lo sviluppo di quello che gli psicologi definiscono “resilienza”, ovvero la capacità psicologica di far fronte alla difficoltà, reagire in maniera costruttiva e andare avanti.

Dott. Alberto Fistarollo – Psicologo dello Sport